Ernani è stata un’ opera importante nella mia carriera e il mio personaggio incarna tutte le caratteristiche del tenore belcantista e dell’eroe romantico, ma con tutta la forza della scrittura verdiana. Sono sedotto dalla bellezza di questa musica e dalla forza travolgente delle sue melodie. Attorno al coro del III atto Si ridesti il Leon di Castiglia, gira un mondo che, insieme alla passione amorosa, vive di azioni e sentimenti granitici come il giuramento fatale che porta alla morte, la congiura, la fierezza e la dignità. È una sfida che sono sempre felice di affrontare.
Dal 2013 ad oggi ho portato in scena Ernani varie volte, partendo dal debutto indimenticabile all’Opera di Roma, sotto la direzione di Riccardo Muti, con Tatiana Serjan, Luca Salsi e Ildar Abdrazakov in stato di grazia. L’ultima, ancora con Ildar, Luca e Ailyn Pérez nel ruolo di Elvira l’anno scorso alla Scala, diretti da Ádám Fischer. In mezzo, altre edizioni che ricordo con piacere, al Met con Placido Domingo e Angela Meade diretti da James Levine, a Marsiglia con Ludovic Tézier e a un Festival di Salisburgo ancora sotto la direzione di Riccardo Muti, ma in forma di concerto.
Riprendo con piacere il ruolo, ancora nella forma di concerto che, in questa più che in altre opere, aiuta a portare la musica in primo piano, quasi liberandola da una rappresentazione a volte veramente intricata e ingombrante: sarò diretto da un giovane direttore italiano che stimo moltissimo, Daniele Rustioni. E con me canteranno Carmen Giannattasio, Amartuvshin Enkhbat e Roberto Tagliavini.
Essere Ernani in Francia – a Lyon, Paris e Vichy – sarà un omaggio all’accesa fantasia di un altro grande romantico, Victor Hugo. Dal suo Hernani, Francesco Maria Piave trasse il libretto che sedusse Verdi.