Ho debuttato nel ruolo del titolo al Teatro alla Scala, nel gennaio 2017. Torno ad affrontare quest’opera di Verdi così fremente, tormentata e complessa, qui al Teatro del Maggio nel corso del festival dedicato a Verdi. A Milano la scelta cadde sulla versione in cinque atti, oggi a Firenze su quella in quattro atti che è pure la mia preferita.
Di quest’opera mi affascinano anche la genesi, i rimaneggiamenti, le correzioni e i tagli che il compositore vi apportò nell’arco dei vent’anni che vanno dalla prima versione in francese fino all’ultima del 1886. In Verdi nulla è per caso, ne ho avuto l’ennesima prova nel corso dello studio delle diverse versioni. Ma quella che generalmente si mette in scena, la versione milanese del 1884, ha una compiutezza che incanta e commuove. Ce ne accorgiamo innanzitutto dalle contrapposizioni tra le parti dove l’incalzare degli eventi e quindi della musica è frenetico, che preparano oasi lirico-melodiche di bellezza assoluta. Il fascino dell’opera è il risultato dell’efficacia teatrale sommata alla genialità della musica. Ma anche il fascino dei singoli personaggi è innegabile, penso innanzitutto a Filippo II, a Rodrigo ma anche alla Regina. Don Carlo non a caso dà il titolo all’opera: nei conflitti drammatici sui quali si sviluppa la trama e che si possono riassumere nel contrasto tra padre e figlio (Filippo II e l’Infante Don Carlo), tra le diverse concezioni politiche del Re rispetto a quelle di Rodrigo e soprattutto tra lo Stato e la Chiesa, Don Carlo è giovane irruente quando mosso da spirito patriottico, ardente nel suo amore ostinato e pericoloso per Elisabetta. Verdi gli riserva una tessitura temibile che richiede una grande padronanza dei propri mezzi vocali. Così come pretende dal suo Don Carlo mezzevoci che di questo personaggio fondamentalmente impulsivo aiutano ad esaltarne i tratti lirici.
Questa nuova produzione di Don Carlo, in scena per cinque recite dal 27 dicembre 2022 all’8 gennaio 2023, poggia sulla direzione di Daniele Gatti e su un team creativo che vuole evidenziare soprattutto la tragicità del potere (il regista è Roberto Andò). Il cast è stellare e le aspettative sono tante, come del resto si addice a quest’opera di non così frequente messa in scena. La recita del 27 dicembre sarà trasmessa in diretta radiofonica su Rai Radio 3.