Cari amici, condivido con tutti voi un’emozione molto speciale. Il 19 novembre esce il mio primo album monografico: Prima Verdi. L’ho inciso nel giugno 2020, eravamo ancora tutti scossi per i primi tre mesi di lockdown e il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ebbe la forza di credere nel progetto e di impegnare la sua meravigliosa orchestra, nell’occasione diretta dal Maestro Marco Armiliato.
L’album è un viaggio nel “mio” Verdi, dalle opere dei cosiddetti anni di galera fino alle ultime. È soprattutto un percorso nella vocalità di Verdi, per assecondare e realizzare l’idea che lo stesso compositore aveva del “suo tenore”. Penso ovviamente che Verdi sapesse benissimo cosa richiedere a un tenore, sicuramente non esteriore stentoreità ma, al contrario, interpretazione e profondo scavo del personaggio tramite la musica. Mi sono sempre soffermato con ammirazione davanti alla minuziosità e perizia dei segni dinamici che Verdi indica all’esecutore, alla continua ricerca di una connessione profonda fra testo, ritmo e musica. Ogni indicazione data da Verdi è indispensabile per la giusta comprensione del personaggio, non una gabbia che limita l’interprete ma, al contrario, un preciso canovaccio che apre un mondo musicale, drammaturgico e teatrale, un immenso ventaglio di possibilità per il musicista che vorrà fare sue le indicazioni dell’autore. È il mio omaggio al grande padre del Melodramma, lì dove la parola si fa musica. Ma è anche una tappa del mio percorso di totale adesione al Verdi uomo, padre della Patria, rivoluzionario nel profondo.